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Biliardino, e torniamo tutti un pò bambini

A partire dalla stagione sportiva 2017/2018 il Biliardino si aggiunge al pacchetto di discipline che la USSA Rozzano propone ai propri tesserati.

Fino al 30 settembre tutti gli atleti ed i tesserati della USSA Rozzano potranno usare liberamente il tavolo da Biliardino situato presso l'atrio della Palestra dell'Oratorio Giovanni Paolo II, ogni pomeriggio dalle 17:00 alle 19:00. A partire dal mese di ottobre, l'uso del tavolo sarà possibile nei pomeriggi di martedì e venerdì, in concomitanza con l'apertura della segreteria societaria.

La disciplina del Biliardino verrà inoltre aggiunta di default a tutti i tesserini CSI dei nostri tesserati, senza alcun costo aggiuntivo: in questo modo, sarà anche possibile partecipare ai raduni ed ai tornei provinciali proposti dal CSI.

Per i non tesserati USSA Rozzano interessati alla disciplina, il costo dell'iscrizione sarà di 20€ per tutto l'anno sportivo.

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Storia del Biliardino

Ricostruire il percorso storico del calcio balilla o biliardino è tutt'altro che semplice, le fonti sono molte e contraddittorie. Sintetizzando le informazioni più accreditate, fornite dalla Famiglia Garlando (nota casa costruttrice di calcio balilla che distribuisce in tutti i continenti), sembra che il biliardino sia stato concepito in Germania dal tale Broto Wachter tra gli anni '20 e '30, con l'intenzione di portare il gioco del pallone su un tavolo. Contemporaneamente in Francia vennero realizzati i primi tavoli rudimentali (ad opera di Lucien Rosengart, operaio della Citroën già realizzatore di invenzioni in altri campi). Nel frattempo in Spagna Alejandro Finisterre costruiva il biliardino nella sua forma più moderna, con l'utilizzo di omini sagomati. Nel 1937 depositò il brevetto battendo sui tempi il tedesco. Rimane nella storia il dualismo di nazionalità dell'idea, poichè il nome inglese Foosball che rappresenta il calcio balilla è molto simile al nome tedesco fußball, con cui oggi si chiama il gioco. L'idea prende forma nei bar e club nei quali si riunivano per festeggiare le vittorie o a bere (per dimenticare!) sulle sconfitte delle numerose squadre di calcio locali. Così il primo prototipo di calciobalilla è presto costruito e la sua diffusione è talmente rapida che in breve praticamente ogni club si trova ad avere il proprio kicker. Proprio quest'ultimo, infatti, è il nome con cui il gioco viene identificato e che entra subito nell'uso comune, tanto che ancora oggi, in Germania, è uno dei più usati per indicare il calciobalilla.

Francia, Germania e Italia iniziano la produzione di modelli più o meno standardizzati. La Francia si distingue subito per l'impiego di aste telescopiche (che non fuoriescono dal lato opposto al giocatore). L'Italia segue presto i produttori d'oltralpe e la produzione tricolore cresce notevolmente. I primi esemplari nostrani di biliardino vedono la luce tra gli anni '30 e '40 e recava la firma dell'artigiano Poggibonsi. Alla fine della seconda guerra mondiale, i primi biliardini trovano spazio nei centri per la riabilitazione psicomotoria dei reduci di guerra. L'ipotesi del secondo nome "calcio balilla" sembra legata a questo impiego. Tuttavia la vera e propria produzione industriale ha inizio solo negli anni 50. Ancora una volta la Francia è in testa, quando nel 1947 Marcel Zosso (marsigliese) realizza i primi calciobalilla in serie, denominati "sportfoot", che realizzano vendite clamorose in tutta la nazione.

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