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É tempo di ricominciare.

Gli studenti e i lavoratori si augurano che le ferie estive possano durare per sempre…e invece, chissà come mai, le vacanze volano sempre in un batter d’occhio. Se da una parte abbiamo ancora i ricordi ancora nitidi nelle nostre menti delle ultime giornate di allenamenti, della festa conclusiva, delle finali CSI e delle attività dell’oratorio feriale, dall’altra parte il calendario indica, quasi inesorabilmente, che il mese di agosto è giunto ormai al termine e che di qui a breve ricomincerà il solito “tran tran” scolastico, lavorativo e, naturalmente, sportivo.

E la USSA Rozzano, c’è. Così come negli ultimi 36 anni, siamo orgogliosi di continuare ad offrire alle famiglie del nostro quartiere e del territorio le proposte di un'attività sportiva sana, organizzata, completa. Lo faremo, anche quest’anno, al meglio delle nostre possibilità e dei nostri mezzi. Crediamo fermamente nello sport come mezzo educativo, a 360°, e ci impegneremo come sempre per rendere lo sport aperto e alla portata di tutti, poichè vero mezzo di “inclusione”.

Una proposta sportiva è composta però anche di sforzi (fisici ed economici), impegno, fatiche.

Negli ultimi 2 anni sono stati investite molte risorse per la sistemazione e la modernizzazione di diversi spazi destinati ai nostri atleti, in attrezzature e soprattutto, nella formazione dei nostri allenatori.

L'impegno di questi ultimi ultimi merita un encomio senza fine: sottrarre tempo alla propria vita privata e alle proprie famiglie per dedicarlo, nel pieno spirito del volontariato, alla USSA e ai nostri giovani atleti non è cosa da tutti, anzi, è un'opera veramente straordinaria!

In un'epoca in cui ognuno si sente "tuttologo" (e quindi ovviamente anche allenatore), loro ci mettono la faccia, il tempo, la passione, l'energia che porta avanti - nonostante le fatiche - la nostra società sportiva.

L'impegno deve però essere reciproco, anche da parte degli atleti e di voi famiglie: la pratica sportiva non è un "dopo scuola" o un semplice passatempo. Non scopriamo di certo noi quanto faccia bene e quanto sia utile fare sport, ed è altrettanto evidente quanto fare sport di gruppo, facendo parte di una squadra, aiuti a creare nuove amicizie basate su una passione comune, sviluppi il carattere, generando responsabilità nei confronti di altri compagni, o di un luogo in cui si è ospiti, ti insegni e faccia crescere una “morale sportiva” in cui bisogna dare il giusto peso alla vittoria, ma anche alla sconfitta, senza esasperare le due situazioni…a volte si vince, ma sempre, si impara.

Fare sport, anche il fare sport alla USSA, non è quindi una cosa occasionale.

Una proposta sportiva è formata da collaborazione, legami, patti.

I rapporti in una società sportiva sono molteplici e articolati: società - allenatori, allenatori - atleti, atleti - atleti, genitori - allenatori, società - genitori…chi più ne ha, più ne metta. Alcuni chiarimenti sono però necessari: le dinamiche di uno spogliatoio e di un campo di gara, ad esempio, sono affare esclusivo dei ragazzi e degli allenatori. Vivere “lo spogliatoio” fa estremamente bene a tutti gli atleti, dal primo all’ultimo minuto (momento doccia compreso, quando la struttura lo consente): è lì dove nascono le amicizie, le confidenze, il vero spirito di gruppo; è lì dove si impara a ordinare il proprio abbigliamento prima e dopo l’attività, dove tutto prende il via allenamento dopo allenamento; è nello spogliatoio che ogni squadra crea una rete di rapporti veramente unica. Lo spogliatoio è quindi un luogo in cui la privacy non solo fisica, ma anche mentale degli atleti va sempre rispettata.

Impossibile non soffermarsi un istante anche sul “ruolo” dei genitori, nel contesto dell’attività sportiva organizzata. Il genitore deve per prima cosa essere il primo tifoso non del proprio figlio, ma della società e della squadra di cui il proprio figlio è membro attivo (nota bene, attivo non solo nell’oretta di partita…ricordiamoci delle ore di allenamento e del già citato spogliatoio…)! La responsabilità educativa di un genitore è grandissima ed “esclusiva” fino a quando un atleta arriva al campo e, di nuovo, non appena lo abbandona: se nel “prima”, deve essere in grado di non creare pressioni eccessive al proprio figlio, nel “dopo” deve essere coerente nel saper gioire in caso di vittoria e nel non cadere nella facile tentazione di dare “la colpa” agli altri (arbitro, avversari…allenatore…) in caso di sconfitta. I genitori devono supportare sempre e costantemente l’attività sportiva del proprio figlio, affinché capiscano che lo sport è veicolo di valori fondamentali e che la vittoria è frutto di duro lavoro e di impegno costante.

Ecco allora che è forse il caso di ripassare alcune semplici regolette e di sfatare alcuni “falsi miti”: il compagno di squadra del proprio figlio che sbaglia “non è scarso”, l’allenatore che destina qualche minuto in più in campo ad un altro piuttosto che a tuo figlio “non ha preferenze”, l’arbitro che assegna un fallo contro tuo figlio “non è un incompetente”, l’avversario che commette un fallo “non è un criminale”: viceversa, quel compagno che ha sbagliato magari ha solo bisogno di un po’ più di supporto, l’allenatore che lavora per 6 ore a settimana con la squadra sa sicuramente meglio di chiunque altro chi e quando schierare in campo, l’arbitro è una persona come un’altra che anzichè passare il weekend al lago indossa una tuta per favorire la pratica sportiva disciplinata di tuo figlio, l’avversario non è niente altro che un bambino esattamente della stessa età di tuo figlio: può avere mai senso arrivare ad insultare una di queste figure? Io non credo proprio.

Fare sport nella sportiva dell’Oratorio, infine, non è un “qualcosa di meno”, ma decisamente l’opposto. Fare sport in oratorio e fare sport all’interno del CSI non è solo una scelta sportiva, ma una vera scelta di vita con conseguenze chiare, con la quale si aderisce ad un progetto educativo-sportivo che coinvolge tutti nella promozione di uno sport che ha come fine principale la crescita serena ed armoniosa dei ragazzi. Fare sport in oratorio significa essere partecipi della medesima passione educativa verso i ragazzi che mettono anche gli educatori ed i catechisti della propria comunità, creando ponti e connessioni che abbiano sempre come destinazione finale, il bene del ragazzo.

Lo sport come lo intendiamo noi è quindi gioco, festa, gioia di vivere. Attenzione però: l’agonismo e la competizione non sono corpi estranei ne’ a noi, ne’ al nostro modo di intendere lo sport, poichè ne sono componenti fondamentali. L’obiettivo è quindi di indirizzare l’agonismo non “contro” l’altro ma “insieme” all’altro, in una competizione leale e sincera. Il concetto non è di facile lettura ma è la chiave che distingue una società sportiva dell’oratorio, che cerca il coinvolgimento attivo di tutti con l’obiettivo di una vittoria corale, da una sportiva qualsiasi.

Con queste premesse, è dunque tempo di ricominciare: lo faremo nei prossimi giorni, con la riapertura delle attività della segreteria e, finalmente, con la ripresa degli allenamenti.

L’augurio, per tutti, è di riuscire a vivere una stagione sportiva ricca di entusiasmo, sano agonismo, tifo positivo, con l'augurio sincero di riuscire a scovare ogni settimana il "bello dello sport” e con la certezza che tutti in USSA sono importanti allo stesso modo, tutti sono parte di una grande famiglia, tutti contribuiscono a formare un pezzo della grande USSA Rozzano.

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